Antonella Santarossa una HR d’acciaio dal cuore tenero

Questa settimana per il nostro consueto appuntamento con interviste e testimonianze dei più rappresentativi HR del nostro territorio intervistiamo la Dott.ssa Antonella Santarossa, che ricopre il ruolo in Casagrande  S.p.A., una grande realtà industriale della provincia di Pordenone. Dottoressa Santarossa ci può raccontare come è approdata alla posizione che a tutt’oggi ricopre? Mi sono laureata a […]

Antonella Santarossa una HR d’acciaio dal cuore tenero

Questa settimana per il nostro consueto appuntamento con interviste e testimonianze dei più rappresentativi HR del nostro territorio intervistiamo la Dott.ssa Antonella Santarossa, che ricopre il ruolo in Casagrande  S.p.A., una grande realtà industriale della provincia di Pordenone.

Dottoressa Santarossa ci può raccontare come è approdata alla posizione che a tutt’oggi ricopre?

Mi sono laureata a Padova in Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni con l’idea  di occuparmi, una volta terminato gli studi,  di Marketing/Pubblicità e trasferirmi a Milano.  Durante gli studi alcune vicende familiari mi hanno portato mio malgrado a cambiare progetti, mi sono così avvicinata al mondo delle Risorse Umane e ne sono rimasta affascinata. Dopo la Laurea ho frequentato dei corsi di specializzazione e poi sono approdata al mondo della somministrazione prima in Veneto e poi in Friuli. Questa esperienza mi ha insegnato moltissimo sia relativamente alle persone come Risorse sia alle Aziende come Organizzazioni, esperienza che ho affrontato con grande entusiasmo, che ha sviluppato in me doti commerciali, relazionali e di ascolto  e, che mi ha condotto infine, alla posizione in cui mi trovo oggi in Casagrande S.p.A.

Secondo lei,  quali sono gli aspetti determinanti e predominanti della sua professione?

Ormai da tempo la funzione Risorse Umane non svolge compiti di pura gestione, ma è progressivamente divenuta il braccio destro attivo della Direzione Aziendale nonché delle altre funzioni chiave  dell’organizzazione aziendale e deve saper  analizzare  le richieste interne valorizzando le proprie risorse e individuare le soluzioni sia interne che esterne più appropriate alle esigenze della  realtà in cui opera sia in termini di riduzioni dei costi dove c’è bisogno,  sia in termini di investimenti dove ci sono sviluppi, e in questo mix deve saper ascoltare e rimanere quanto più possibile orientato al risultato, un bel mix!

A suo parere  l’HR di una grande azienda , quali competenze professionali è indispensabile debba possedere? E’ più importante l’aspetto tecnico o quello psicologico?

La mia esperienza mi ha portato a capire che il Responsabile HR deve avere costantemente una visione strategica del proprio lavoro che coniughi profili economici, lavoristici e organizzativi con una spiccata capacità relazionale, perché la sensibilità delle persone è essenziale. Il Responsabile HR  inoltre credo debba possedere una grande apertura mentale ed una spiccata capacità di problem  solving, ovvero anticipare le situazioni, comprenderle velocemente e porvi rimedio. Infine non deve mai dimenticare che parte del suo lavoro prevede la gestione di persone, con storie e background diversi. La nostra funzione non si esplica solo su aridi numeri ma spesso questi numeri sono persone, famiglie, vicende.

La nostra realtà è fatta di PMI, secondo lei su cosa deve puntare principalmente chi segue le Risorse Umane in questo contesto?

Spesso  nelle PMI la funzione delle Risorse Umane viene indentificata,  per mancanza di conoscenza, con quella dell’Amministrazione del Personale. E’ importante quindi far capire il valore aggiunto che tale funzione può portare sia per il Datore di lavoro che per il Dipendente ovvero deve riuscire ad entrare nelle logiche dell’Azienda, capirne le dinamiche e trovare le soluzioni che valorizzano il suo operato nonché proporre progetti che diano un concreto feedback all’Organizzazione oltre ad ascoltare la “voce” delle persone che vi operano ovvero capire se ci sono delle problematiche che possono essere risolte o delle idee da sviluppare

Quali sono le sfide che oggi si ritrova ad affrontare chi ricopre un ruolo come il suo?

La sfida che ognuno di noi ha “oggi” è forse quella di affrontare le varie problematiche legate  al proprio ruolo con l’entusiasmo e l’energia che a volte non è facile trovare, soprattutto nelle situazioni che non vorremmo affrontare ma che nostro malgrado ci spettano e, in tutto questo mantenere un equilibrio psicologico sia nel lavoro che nel privato

Domanda scontata ma doverosa: il nostro paese sta attraversando un lungo periodo di crisi economica; in questo contesto lei ha dovuto cambiare qualcosa nella sua gestione?

Ritengo che le Aziende, come le persone, siano sempre in continuo cambiamento. L’importante è riuscire a cambiare in linea con i progetti che ci si prefigge imparando anche dagli eventuali errori commessi e soprattutto tenendo in considerazione il proprio passato,  la propria storia che ha sempre qualcosa da insegnare a chi vuole ascoltarlo/a. La mia Azienda è quindi cambiata e sta cambiando in funzione del mercato e del business che non ammettono soste prolungate ma un continuo sviluppo vs il futuro

Quale ritiene sia l’aspetto più difficile della sua professione?

Devo ammettere che la gestione delle eccedenze è un aspetto che mi ha segnato molto sia emotivamente che personalmente, non è facile fare da mediatore in certe situazioni e rimanere in un certo qual modo distaccato dal contesto.

Ci sono giornate in cui entri in ufficio pensando di assolvere  determinati compiti e improvvisamente vieni travolto da tutt’altra problematica, una buona dose di self control unito ad un pizzico di ironia aiutano a superarle.

Nella sua carriera professionale ha qualche ricordo di fatti significativi, belli o meno belli, che le hanno lasciato un segno importante?

Mi piace godere dei successi man mano che si realizzano, il maggiore penso lo definirò durante il bilancio al termine del mio percorso. Momenti belli e significativi ce ne sono stati molti, anche i meno belli lasciano il segno, a volte scherzando dico che scriverò un libro con tutti gli aneddoti che succedono nel mio ufficio o cmq nel mio ruolo.  Devo dire però che per me ogni volta che sono riuscita a far star bene un/unacollega o a individuare con lui/lei la soluzione più congeniale ad un problema e vederlo/a “sereno/a” o con il sorriso o meglio ancora sentirsi dire semplicemente “grazie” mi ripaga di molti sacrifici e pensieri

Ci può raccontare quello che per lei è stato il risultato personale di maggior successo raggiunto?

Il più recente è stato quello di aver vinto una sfida con la Direzione nei confronti di un progetto nel quale ho creduto dall’inizio e che ho portato sino alla fine con ottimi risultati per la nostra realtà

Ci sono molti giovani che si stanno avvicinando a questa professione o l’hanno appena intrapresa, dall’alto della sua significativa esperienza si sente di dar loro qualche consiglio affinché possano affrontarla al meglio?

Si può iniziare da strade molto diverse, l’importante è interpretare i diversi ruoli preservando la passione per le persone e per il loro sviluppo all’interno di una esperienza di business

Negli ultimi anni abbiamo conosciuto molte, forse troppe riforme del lavoro. Se lei domani fosse chiamato a ricoprire la carica di Ministro del Lavoro in che direzione andrebbe, cosa cambierebbe pensando di essere utile alla collettività?

Penso che partirei dalla scuola dove proporrei lo studio intensivo della lingua inglese obbligatoria dall’inizio al termine del percorso scolastico, qualunque esso sia, la mobilità territoriale conseguente alla crisi ne è un esempio di necessità. Svilupperei anche un collegamento più forte tra scuola e mondo del lavoro con tirocini/stage abbastanza lunghi da potere essere di insegnamento per i ragazzi e di utilità alle imprese magari anche con una sorta di bonus di “ospitalità” e infine invece di allungare l’età pensionabile stimolerei l’attività di mentoring per quelle risorse che non hanno più la stessa energia di un tempo ma la grande esperienza acquisita nel campo li renderebbe degli ottimi coach per le nuove generazioni che vedono l’entrata nel mondo del lavoro sempre più distante, difficile e precaria………. A volte si ha la sensazione che le riforme del lavoro siano più un atto politico che il risultato di uno studio di esperti del settore/economisti o quant’altro, e noi che operiamo con questa materia ci dobbiamo districare in mezzo ad un mare di nuovi decreti o modifiche di articoli ogni volta che dobbiamo stipulare un nuovo contratto………….

Antonella Santarossa nata a Pordenone, laurea in Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni presso l’Università degli Studi di Padova. Dal 1997 al 2002 entra nel mondo della Somministrazione prima in Veneto poi in Friuli come responsabile di Filiale di Pordenone di Umana SpA. Dal 2002 entra in Casagrande Spa come Responsabile delle Risorse Umane, ruolo che ricopre tutt’oggi.