I talenti dei nostri angeli: intervista a Laura Cappai

Quali sono i talenti del nostro staff? Conosciamo meglio gli Angeli del Personale. Oggi andiamo alla scoperta dei talenti di Laura Cappai, HR Business Development Manager. In questa intervista ci racconta il suo percorso professionale e del suo lavoro all’interno di Talent’s Angels.

I talenti dei nostri angeli: intervista a Laura Cappai

Quali sono i talenti del nostro staff? Conosciamo meglio gli Angeli del Personale. Oggi andiamo alla scoperta dei talenti di Laura Cappai, la nostra HR Business Development Manager.

Laura è l’anima commerciale del team e una professionista della vendita di servizi nel settore delle Risorse Umane. In questa intervista ci racconta il suo percorso professionale e del suo lavoro all’interno di Talent’s Angels. Quali saranno i suoi talenti?

Iniziamo con una breve presentazione: raccontaci un po’ di te.

Cosa faccio in Talent’s Angels? Mi diverto faticando. O fatico divertendomi?

Mi chiedo da sempre quanto valga la fortuna di ricevere un compenso per qualcosa che faresti anche per solo e puro diletto. Vale. E vale infinitamente.

Questo lavoro mi ha fatto innamorare all’istante, parecchi anni fa. Rischiosissimo chiedermi di raccontarmi professionalmente. Potrei non finire mai. Ma la domanda richiede una presentazione breve e quindi che dire?

In multinazionali o in piccole società radicate sul territorio, ho pressoché sempre lavorato nello sviluppo di servizi HR. Ma c’è un ma, perché le modalità in cui collaboro con le Angels e i contenuti da portare avanti qui sono differenti. Non pensavo dopo tanti anni di poter parlare di selezione del personale in termini nuovi. Non pensavo ci fosse un margine ulteriore per appassionarmi ancora di più a ciò che faccio e invece è così. Ed è una passione che non si ferma alle ore in cui lavoro. Casa mia è colorata da oltre 2000 libri. E di questi, un bel po’ sono quelli che toccano temi professionali, ognuno scelto e acquistato con una soddisfazione che… neanche un bambino da Toys Center. Insomma, “fai quello che ami e non lavorerai neanche un giorno” mi trova decisamente concorde.

Come ti sei avvicinata al mondo commerciale?

Per caso. Liceo classico e laurea in lingue mi avevano fatto pensare ad altri percorsi. Un colloquio organizzato senza crederci del tutto è stato invece il primo punto di una linea che sarebbe poi andata in una direzione a cui non avevo mai rivolto prima alcuna attenzione. Conoscevo poco o nulla del mondo dei servizi HR. Nel corso del colloquio chiesi: ”Per quale motivo un imprenditore dovrebbe pagare per trovare persone da assumere?”. Eppure hanno scelto me. 

Cosa ti piace di più di questa professione?

Non mi annoio. Mai.

Questa è una professione che mi coinvolge nel susseguirsi continuo di novità e di cambiamenti che, oggi in particolare, stanno riscrivendo gran parte dei processi legati alla gestione delle risorse umane. Non c’è un giorno in cui non imparo qualcosa, in cui non ricevo un input che mi induca a volerne sapere di più, a sviscerare, ad andare oltre. Sono una persona decisamente curiosa e per me questo punto si è sempre rivelato determinante. Dopodiché potrei inanellare una bella sequenza di altri aspetti che mi fanno amare questa professione ma le risposte all’intervista chiedono sintesi. Quindi mi fermo qui.

… e di Talent’s Angels cosa ti ha attratto?

Il differente approccio al processo di selezione. In alcuni passaggi, nuovo. In altri passaggi, unico.

E quindi il potermi confrontare con i miei interlocutori in azienda in termini diversi da quelli usuali.

Il tuo è un lavoro a stretto contatto con aziende e referenti. Nella tua esperienza, cosa incuriosisce maggiormente del metodo di Talent’s Angels?

Organizzando i primi incontri in azienda, appena entrata in Talent’s Angels, ero convinta sarebbe stata la garanzia “Soddisfatti o rimborsati” ad accendere la curiosità più forte. Sbagliavo. Questa formula di garanzia, del tutto inusuale per il settore, desta indiscutibilmente una certa attenzione ma è un altro il punto che gioca il ruolo più rilevante in termini di curiosità.  Ed è quando parlo della modalità in cui strutturiamo l’iter selettivo che scorgo in chi mi ascolta l’espressione, ed è puntualmente la più incuriosita, di chi si prefigura l’effetto potenzialmente sortito da un tale approccio all’interno della propria organizzazione.

Qual è per te l’ingrediente fondamentale di un buon Business Development Manager per entrare in contatto con i clienti?

Sapersi scegliere con cura l’organizzazione con cui collaborare e porre altrettanta attenzione ai progetti da portare avanti. Quando credi in ciò che fai e in ciò di cui parli, hai già svolto una parte rilevante del lavoro. È un valore che arriva diretto al tuo interlocutore in ascolto, il quale difficilmente non verrà coinvolto dalla convinzione di una comunicazione sincera.

Quali sono, invece, i tuoi, personali, talenti principali e come ti aiutano nel lavoro e nella vita?

Penso di avere buone capacità comunicative. Sebbene siano più le occasioni in cui avverto che avrei potuto fare meglio ed essere più efficace, rispetto alle occasioni in cui concludo un confronto o una conversazione del tutto soddisfatta di come ho condiviso quanto era mia intenzione trasferire. Sono un po’ perfezionista e pongo a questo aspetto grande attenzione.

Riuscire nei propri intenti comunicativi è una competenza cruciale, decisiva tanto nel privato quanto nel professionale.

Concludiamo con un consiglio: che suggerimento daresti a chi come te vorrebbe lavorare nello sviluppo commerciale?

Non sono mai a mio agio nel dare consigli.  Diciamo che, quando richiesti, preferisco formularne con la consapevolezza di chi è la persona a cui sono rivolti. Pecco di efficacia se resto sul generico. Volendo proprio azzardare posso dire che l’attività di sviluppo commerciale non è per tutti. Conditio sine qua non: ti deve piacere. Ma ti deve piacere davvero parecchio. Se ti ritrovi a chiederti se quello in cui ti stai impegnando sia davvero lavoro e non diletto, allora potresti essere sulla via giusta. Non è una professione che riesci a farti piacere se non la senti tua, o la ami o non la ami.

Quando sono entrata in Adecco come responsabile commerciale – un milione di anni fa, legge Treu di recente uscita e la somministrazione di oggi che era all’epoca il cosiddetto lavoro interinale – il mio Direttore di filiale, che aveva iniziato nella mitica filiale di Padova solo pochi mesi prima di me ed è oggi CEO di una APL, un pomeriggio al rientro da un’azienda che avevamo appena visitato insieme, guardandomi fisso fisso negli occhi e con lucidissima convinzione mi dice esattamente queste parole: “Ma non è forse questo il lavoro più bello del mondo?”. Ecco cosa intendo.

laura cappai

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