Il magico potere del riordino

Breve guida al potere del riordino per imparare a buttare via il superfluo nella vita personale ma anche professionale, perché no? Non preoccuparti: andrà tutto bene, vedrai.

Il magico potere del riordino

Mi chiamo Susanna e sono una disordinata. Potrebbe cominciare così la riunione di gruppo dedicata a chi come me ha questa malattia. Non so se sia una forma di dipendenza. Oramai leggo ogni giorno le più svariate teorie sull’argomento e ho abbandonato la possibilità di fare chiarezza sul tema.

Sta di fatto che sono disordinata. Lo sono dalla nascita, inutile che mi nasconda dietro alla classica giustificazione dei disordinati “trovo sempre tutto!”. Sono proprio disordinata e la cosa non mi rallegra. Non è che ne vado proprio fiera.

Oltretutto i disordinati devono essere dotati di una memoria sopra la media e – al di là che non l’ho mai avuta – mi rendo conto che è come le batterie: con l’andar del tempo si esaurisce! Ma, come dicono i saggi, la consapevolezza è il primo passo per il miglioramento. Quindi ho acquistato e letto di corsa “Il magico potere del riordino” di Marie Kondo.

Faccio un’altra premessa, per me gli orientali sono un passo avanti, o, come dice un mio caro amico, un semaforo avanti! Nello specifico Marie è giapponese, e, si sa, i giapponesi sono snellamente organizzati, sempre. Chissà cosa mi aspettavo di trovare in quel bel libricino. Sta di fatto che qualche buon consiglio io l’ho trovato e mi fa piacere oggi condividerlo con voi. O meglio con chiunque come me spera di trovare la soluzione geniale a qualsiasi problema leggendo un libricino da 13 euro.

Come riordinare in 5 passi

L’idea è quindi di farvi un veloce riassunto dei suggerimenti della cara Marie. Cercherò di astrarre il più possibile le soluzioni e i consigli che propone poiché credo che la strategia possa essere efficacemente adattata ai più diversi contesti. E perchè no, anche all’ambito professionale.

#1 Immaginate l’area, l’ambiente, il contesto su cui volete lavorare così come vorreste fosse.

Chiudete gli occhi e lasciate andare la fantasia.

Io ho subito pensato al mio armadio. A dire il vero, facevo quasi fatica ad immaginarlo diverso, tanto che nella mia immaginazione, l’armadio non era più il mio! Proprio il mobile era diverso, purtroppo facevo fatica ad aprirlo nella mia mente. Insomma, anche i miei sogni non riescono ad essere ordinati!

Marie centra i suoi suggerimenti sulla casa, ma provate a pensare al vostro ufficio, la vostra scrivania, oppure il vostro blog, il vostro sito. Chi più ne ha, più ne metta!

#2 Procedete per categorie e non per ambienti

Qui devo dire che Marie Kondo mi ha proprio sorpresa…per categorie, che geniale! Eh sì, perché io, nelle giornate in cui mi volevo trasformare nella vera casalinga, facevo proprio così: cominciavo da una stanza. E così al terzo cassetto ero sopraffatta dalla fatica e non vedendo l’orizzonte. Prendevo tutto ciò che era rimasto “all’aperto” e sommariamente lo nascondevo in fondo ad un armadio.

Che fallimento.

Invece no. Marie suggerisce di operare come segue: individuate una categoria, possibilmente partite da quella che meno vi coinvolge emotivamente. Nel caso della casa suggerisce di partire dai vestiti, e quindi di radunarli per sottocategorie (pezzi di sopra, pezzi di sotto, biancheria, ecc.). A quel punto prendendo un capo alla volta, decidete con convinzione e consapevolezza di tenere solo ciò che effettivamente usereste e vi lascia un’emozione positiva.

In effetti sembra un’attività lunga ed estenuante, ma la faremo solo una volta e ne vale la pena se il risultato a cui tendiamo è avere ordine nella nostra casa.

Con questa fase io ho inteso che dobbiamo abituarci a liberarci del superfluo, a buttare. Non è un’azione che la nostra cultura apprezza. Dovremo farci forza e non ascoltare quella vocina dentro di noi che, con il tono della saggia autorità materna ci dice “non si deve buttare via niente, si può riciclare ogni cosa”.

Con quest’idea, la famosa sezione di “vestiti da usare in casa” ha raggiunto i 10 metri cubi! Praticamente dovrei cambiarmi ogni ora, per stare a casa ed indossare qualcosa di scolorito, liso, con macchia indelebile, senza forma, senza possibilità di abbinamento alcuno. Di fronte a questa visione magari il ladro scapperà, ma io non posso passare davanti ad uno specchio soprappensiero senza cacciare un urlo di terrore! Marie Kondo a questo punto parla di una quantità di immondizia pari almeno a 4 svuotamenti del secco. Immagino che un paio di viaggi in discarica con il furgone di un amico potranno evitarmi il salasso dell’azienda dei rifiuti.

Ma come scrivevo più sopra anche questo suggerimento può essere esteso a varie situazioni. Quando vogliamo mettere ordine da qualche parte non cominciamo alla rinfusa da ciò che abbiamo davanti agli occhi, riponendo in maniera diversa le cose. Piuttosto, individuata una categoria, tiriamone fuori tutti i componenti e teniamo con noi solo quelli che ci danno un’emozione, che vogliamo coltivare.

Mi sembra un ottimo consiglio!

#3 Buttate via tutto!

E proprio a questo punto ho letto: “tranquilli, andrà tutto bene”. Perché in fondo ti prende una sorta di ansia unita a tristezza. Come dice Marie: se non riesci a buttare via qualcosa di oggettivamente inutile per te, o sei attaccato al passato o hai paura del futuro.

Buttare via ciò che non usi più … ecco, diciamo che questo è un grande scoglio per me. Non è che sono un’accumulatrice seriale, però quel biglietto del concerto di Vasco che risale a 10 anni fa, quell’agenda del 2001 con tutti gli impegni annotati, quel paio di pantaloni che ho comprato su suggerimento di un’amica e che non ho mai messo…

Buttare via significa anche voltare pagina, andare avanti, lasciare i pesi. Scrollarci di dosso ciò che è vecchio, stantio e quindi rinnovarci. Messa in questo modo risulta più piacevole l’azione del buttare. Marie Kondo ritorna spesso sulle emozioni e i sentimenti che spesso sono legati agli oggetti perché sa perfettamente che le emozioni possono ostacolarci in quest’attività. Suggerisce quindi di partire da quegli oggetti che in linea di massima ne scatenano meno: i vestiti per esempio e lasciando per ultime le fotografie. È evidente che sarà più difficile in questo caso, ma arrivati a quel punto la nostra mente e la nostra pancia si saranno abituati a buttare e la cosa risulterà sicuramente più semplice.

Ora vi faccio una confidenza. Fino ad oggi c’era una categoria di carte che avevo sempre tenuto in ordine, o almeno così pensavo. Ero proprio fiera ed era la punta di diamante della dimostrazione oggettiva che in fondo io fossi una persona ordinata. Parlo dei manuali di istruzione e le garanzie. Ecco, io ho un raccoglitore con buste trasparenti, oggi è alto circa 9 centimetri. Ovviamente non si chiude più da almeno un triennio, ma sono lì riposti tutti i manuali di istruzione, le garanzie e gli scontrini di tutti gli apparecchi che ho acquistato nella mia vita.

Marie Kondo mi ha distrutta! Lei infatti suggerisce di buttare via tutti i manuali e libretti di istruzione in vostro possesso perché quelle informazioni sono recuperabili ovunque e se l’oggetto si dovesse rompere, certamente non porterei il libretto di istruzione a chi lo dovrà riparare! A questo punto basterà mettere in una busta trasparente solo gli scontrini e le garanzie. Il mio fantastico raccoglitore (che in realtà non stava più neanche nel cassetto dove lo avevo riposto e pesava una tonnellata) è finito nel cestino. E con lui la dimostrazione della mia capacità di riordinare.

#4 Non cominciate a riordinare prima di aver buttato via tutto!

Giusto per rinforzare il concetto: buttare! Liberarsi dell’inutile! Anche fosse bello, anche fosse costoso (in taluni casi può valere la pena rivenderlo), anche fosse un regalo. Coraggio, ce la possiamo fare!

#5 Organizzate gli spazi nel modo più semplice

Evitate di avere oggetti sparsi ovunque e non fatevi condizionare dalla regola del flusso delle azioni e della frequenza d’uso. Quando abbiamo deciso di usare un oggetto è indifferente la sua collocazione perché se abbiamo un motivo per tirarlo fuori non ci preoccuperemo molto dell’eventuale sforzo da fare. Le cause del disordine, dice Marie, dipendono dal fastidio di rimetterla a posto o dall’incertezza sul dove riporla.

Pronti a riordinare?

Riassumendo:

  • Immaginate l’obiettivo in modo chiaro
  • Procedete per categorie
  • Buttate via tutto ciò che è inutile
  • Controllate di non aver dimenticato di buttare via proprio tutto
  • Riordinate in modo semplice.

Il libro di Marie Kondo continua con altri consigli e riflessioni. È scorrevole e leggero, direi a tratti ridondante, non proprio snello, ma nel complesso piacevole.

E voi siete disordinati? Vi è venuta voglia di provare a cambiare le cose seguendo questi semplici passi? A me si, da lunedì ovviamente.