Liliana Selva, la nostra ospite di oggi, è una Mentore nell’ambito dell’Intelligenza Emotiva, è Program Manager e Master Trainer per Six Seconds. Ci parlerà della correlazione tra Intelligenza Emotiva e successo lavorativo, una tematica di grande attualità sulla quale sempre più aziende stanno investendo. Liliana, raccontaci qualcosa di te Il mio noble goal è supportare […]
Liliana Selva, la nostra ospite di oggi, è una Mentore nell’ambito dell’Intelligenza Emotiva, è Program Manager e Master Trainer per Six Seconds. Ci parlerà della correlazione tra Intelligenza Emotiva e successo lavorativo, una tematica di grande attualità sulla quale sempre più aziende stanno investendo.
Liliana, raccontaci qualcosa di te
Il mio noble goal è supportare le persone e le organizzazioni ad esplorare alternative per compiere scelte sostenibili. Colleghi ed amici dicono che sono ottimista e piena di energia. Affronto la vita come professionista e come persona con la consapevolezza di poter trovare ogni giorno la strada per connettere le mie emozioni ai miei propositi … il tutto con una sana dose di ironia … questa per me è la ricetta della motivazione!
Sono Program Manager e Master Trainer per Six Seconds – network internazionale di Intelligenza Emotiva E Senior Trainer and Facilitator per Otherwise – società di consulenza e formazione partner di Six Seconds.
Il mio lavoro è un mezzo fondamentale per realizzare il mio noble goal, per questo mi considero un “EQ booster”
Come ti sei avvicinata a Six Seconds e al tema dell’Intelligenza Emotiva?
Ero Responsabile delle Risorse Umane in un’azienda di servizi. Al rientro dalla maternità mi sono trovata ad affrontare uno dei momenti professionali e personali più difficili della mia vita che mi ha portato, con grande sofferenza, a rivalutare le mie priorità al punto da lasciare il mio lavoro da un giorno all’altro. Mi sentivo travolta da un’onda di emozioni che non riuscivo ad ordinare impedendomi di individuare la mia strada. A 37 anni mi sono sentita vagabonda senza una meta con un neonato tra le braccia. Decisi allora di prendermi del tempo per ricentrarmi e cercai un percorso di formazione adatto a me in quel preciso momento. Fu allora che “inciampai” in Six Seconds. Mi iscrissi all’EQ management (oggi EQ Practitioner): non avrei potuto fare scelta più saggia!
Spiega in due (dai qualcuna in più te la concediamo!!!) parole cos’è l’Intelligenza Emotiva
Intelligenza Emotiva è scegliere sé stessi con consapevolezza. Non tutti i “posti” sono giusti per noi solo perché li occupiamo. Allenare l’Intelligenza Emotiva ti aiuta a trovare il TUO. Come lo capisci? Dall’energia che spigioni da quel momento in poi!
Perché un’azienda oggi dovrebbe seriamente pensare di conoscere le competenze di Intelligenza Emotiva dei suoi dipendenti?
Sempre più ricerche ci dicono che l’Intelligenza Emotiva è un predittore di performance. Credo che le aziende, oltre a conoscere le competenze di Intelligenza Emotiva, dovrebbero investire perché le proprie persone la allenino. La differenza è avere dipendenti che fanno le cose perché devono e sono mossi nel breve periodo dal timore delle conseguenze e dipendenti che fanno le cose perché ne condividono il senso e sentono di essere responsabili dei risultati. Voi dove scegliereste di lavorare?
Come capire se un candidato, soprattutto se è giovane, è “destinato” ad un percorso di successo lavorativo?
L’Intelligenza Emotiva globale sta diminuendo. In particolare cresce con l’età, quindi un giovane con un alto score di IE è una risorsa che merita particolare attenzione. Purtroppo credo che qualsiasi persona, giovane o meno, per quanto “talentuosa” possa spegnersi o abbandonare l’azienda che non la valorizza. Attraverso la Linea di strumenti Vital Signs, possiamo misurare diversi indicatori tra cui la fiducia. Un “destinato” ha più alte probabilità di realizzare il suo potenziale se incontra nel suo cammino Leader e/o organizzazioni emotivamente intelligenti. Quest’ultima affermazione è sostenuta da una ricerca in cui abbiamo chiesto alle organizzazioni partecipanti: “L’intelligenza Emotiva è una priorità per la vostra organizzazione?”. Il risultato? E’ 22 volte più probabile che un’organizzazione Emotivamente Intelligente sia più performante.
Come capire se una persona nel ruolo che sta ricoprendo in azienda sta effettivamente mettendo a frutto i suoi talenti o se renderebbe di più in un’altra mansione?
Scrivete il vostro nome con la mano con cui abitualmente scrivete, poi fate lo stesso con l’altra. Riflettete sul risultato e sul processo. Probabilmente sarete riusciti a scrivere il vostro nome con entrambe, ma nel secondo caso a quale prezzo? Possiamo allenarci a fare qualsiasi cosa, il punto è con quale risultato e con quale sforzo. Se ognuno di noi potesse fare prevalentemente quello che gli riesce meglio col minore sforzo, saremmo più produttivi e meno stanchi. I Brain Profiles della Linea SEI ci aiutano a misurare queste attitudini, queste preferenze del nostro cervello. Non resta che capire come usarle!
Come posso usare gli strumenti di indagine dell’intelligenza Emotiva a livello di team?
La consapevolezza generata dalla condivisione dei dati porta già risultati sorprendenti all’interno di un team. E’ come se potessimo razionalizzare attraverso un modello ciò che vediamo quotidianamente in noi stessi e negli altri e che spesso viviamo più come un ostacolo che come ricchezza. Recenti ricerche ci dicono che il team maggiormente innovativo è quello più eterogeneo. Il guaio è che le differenze sono da gestire! Capire cosa serve al team, trovarlo negli individui e usarlo per ottenere i risultati desiderati è la base per attivare comportamenti e risultati sostenibili nel tempo.
Se cerco un leader, una persona che dovrà coordinare dei collaboratori, quali competenze di intelligenza emotiva deve sicuramente avere?
La prima risposta sarebbe “tutte”! Le 8 competenze del modello sono anche definite “competenze della Leadership” proprio perché con l’aumento dello score che misura l’Emotional Quotient (quoziente emotivo), aumenta lo score della leadership emotivamente intelligente. Per la seconda risposta mi avvalgo delle ricerche condotte per misurare l’impatto di alcune competenze sulla performance complessiva:
Perseguire Obiettivi Eccellenti ovvero la capacità di collegare le proprie scelte quotidiane ad un senso di scopo. Si tratta di avere una visione e di saperla condividerla con gli altri mettendoli a bordo.
Esercitare l’ottimismo ovvero la capacità di generare alternative. Si tratta di assumere una prospettiva proattiva nella consapevolezza che posso scegliere tra diverse opzioni.
Trovare la motivazione intrinseca ovvero la capacità di trarre energia dai propri valori. Si tratta di cercare dentro di sé le motivazioni che ci spingono a muoverci, invece di essere guidati da forze esterne.
Ecco le tre competenze maggiormente impattanti sulla capacità di generare risultati positivi.
E se cerco un marito?
Il mio ha il Brain Style del Supereroe, mentre io dell’Inventore. Non ne ho provate molte altre, ma ritengo che questa sia una combinazione vincente … abbiamo trovato il modo per compensarci nelle “differenze” e potenziarci nelle “uguaglianze”.
Se cerchi marito, il primo step è il Brain Brief Profile! 🙂