Mattia Pradegan, lavorare tra i giovani è un vero lusso

Per la nostra rubrica The Question Corner, abbiamo intervistato Mattia Pradegan, giovane HR Business Partner di Thelios Spa, una realtà aziendale giovane che opera nel settore del lusso. Sicuramente un ambiente stimolante in cui lavorare e poter contribuire alla realizzazione di un progetto importante. Scopriamo insieme come Mattia Pradegan interpreta il suo ruolo nelle Risorse […]

Mattia Pradegan, lavorare tra i giovani è un vero lusso

Per la nostra rubrica The Question Corner, abbiamo intervistato Mattia Pradegan, giovane HR Business Partner di Thelios Spa, una realtà aziendale giovane che opera nel settore del lusso. Sicuramente un ambiente stimolante in cui lavorare e poter contribuire alla realizzazione di un progetto importante.

Scopriamo insieme come Mattia Pradegan interpreta il suo ruolo nelle Risorse Umane e facciamoci raccontare qualcosa in più di questa azienda dalle potenzialità molto interessanti.

Dott. Pradegan, per iniziare, ci descrive con tre aggettivi Thelios, l’azienda in cui lavora?

Dinamica, Giovane, Flessibile

Ci può raccontare come è approdato al ruolo che ad oggi ricopre?

Il mio percorso è stato molto lineare, sono partito da uno stage universitario nell’ambito delle risorse umane in un’azienda importante della mia zona che a fine periodo si è trasformato in un’offerta di lavoro.  Ho avuto la fortuna di entrare in un’azienda importante ma allo stesso tempo non troppo grande e per questo motivo ho potuto seguire diversi ambiti dell’HR, dalla formazione ai rapporti sindacali passando per la selezione e lo sviluppo. Oggi sono in una realtà molto importante dove dopo 2 anni mi è stata data l’opportunità di fare il passaggio da HR Specialist a HR Business Partner.

A suo parere l’HR di una grande azienda, quali competenze professionali è indispensabile debba possedere?

Dal mio punto di vista un ottimo HR deve possedere, oltre alle competenze tecniche, almeno queste 3 competenze:

Comunicative: un buon HR sa ascoltare e allo stesso tempo sa dire le cose nella maniera giusta, questa competenza dal mio punto di vista è indispensabile per non cadere nell’errore di una comunicazione unidirezionale. Saper ascoltare ci consente di avere un’immagine più chiara della realtà e ci consente in alcuni casi di individuare gli eventuali problemi.

Empatia: il lavoro dell’HR non si ferma soltanto ad una buona comunicazione ma deve andare oltre, comprendere in maniera immediata i pensieri e gli stati d’animo di un’altra persona è fondamentale, essere capaci di capire queste sfumature diventa qualcosa di veramente importante giornalmente;

Problem Solving: i problemi che un HR si trova a risolvere sono sempre diversi, ogni giorno c’è un problema nuovo e questo è dato dal fatto che lavoriamo con le persone, un problema identico viene vissuto in maniera diversa da persona a persona.

La nostra realtà è fatta di PMI, secondo lei su cosa deve puntare principalmente chi segue le Risorse Umane in questo contesto?

Credo che chi svolge questa professione nelle PMI debba lavorare molto sugli aspetti motivazionali delle persone in modo da creare degli ottimi team e un buon ambiente di lavoro, in questo modo le persone si possono sentire parte e valore di una realtà. Al giorno d’oggi per trattenere i talenti non servono più le ricompense economiche ma ambienti di lavoro stimolanti, curati e dove le persone non si sentono dei numeri.

Quale ritiene sia l’aspetto più difficile della sua professione?

Credo ci siano una serie di aspetti complessi da gestire che possiamo riunire sotto il cappello “relazioni”, la difficoltà del nostro lavoro, che io ritengo anche esser la cosa più bella e che lo rende unico, è proprio quella di doversi relazionare ogni giorno con tutte le persone che fanno parte dell’organizzazione.

Quali sono le sfide che oggi si ritrova ad affrontare chi ricopre un ruolo come il suo?

Una delle sfide più complesse che ci troviamo ad affrontare è sicuramente la velocità di cambiamento del mondo in generale, le organizzazioni devono esser veloci a capire i bisogni esterni ma allo stesso tempo devono capire come cambiano i bisogni interni. Questo cambiamento rapido porta ad avere all’interno dell’azienda persone che hanno bisogni diversi e visioni diverse. La capacità di chi lavora nell’ambito HR è proprio quella di individuare i bisogni e le soluzioni in linea con le necessità.

Viviamo in un periodo di forti e rapidi cambiamenti, secondo lei la funzione subirà un’evoluzione e se sì, cosa potrebbe cambiare e come vede il suo ruolo da qui in avanti?

Sinceramente sono molto contento di come il mondo aziendale sta cambiando, vedo sempre più interesse verso le persone e questo da HR mi rende felice.  Penso, e spero, che il cambiamento continui in questa direzione, mi piace pensare che la funzione HR non venga più vista come una “semplice” funzione di servizio su temi tecnici ma diventi sempre più di supporto agli altri enti e alle persone dell’organizzazione in generale. Penso dunque che il mio ruolo e quello di tutti gli HR possa diventare quel qualcosa in più che porta valore all’interno delle organizzazioni.

Domanda d’obbligo: cosa cambia d’ora in avanti dopo l’esperienza con COVID-19?

Penso che l’esperienza del COVID-19 sia da prendere come spunto di miglioramento, abbiamo sicuramente capito dove dobbiamo migliorare e soprattutto quanto le modalità di relazione sono importanti. E’ difficile pensare a come andrà d’ora in avanti il mondo del lavoro in quanto fondamentalmente siamo ancora dentro a questa brutta situazione, penso comunque che dovremo valutare e studiare delle forme di lavoro agile che vadano incontro alle necessità delle persone ma senza perdere di vista i bisogni dell’azienda, inoltre credo si debba procedere verso la digitalizzazione e lo sviluppo di sistemi innovativi. Il messaggio che forse questo virus ci lascerà per un po’ è che dobbiamo vivere in maniera meno frenetica e soffermarci di più sull’importanza del rapporto con gli altri.

Nella sua carriera professionale ha qualche ricordo di fatti significativi, belli o meno belli, che le hanno lasciato un segno importante?

Sicuramente in pochi anni ho avuto tante belle soddisfazioni ma il ricordo meno bello che ho è anche quello che mi ha insegnato di più. Ho avuto la fortuna di esser stato selezionato in un’importante realtà industriale dove però ci sono state delle difficoltà al momento dell’inserimento che non mi hanno permesso di continuare. E’ stato per me un periodo molto brutto che però mi ha insegnato molte cose e mi ha fatto crescere professionalmente.

Questo è un ruolo che comporta relazioni e scambi continui. Fra i tanti e diversi momenti, ricorda un aneddoto divertente?

Aneddoti divertenti non ne ricordo ma posso dire che il bello di questo ruolo è proprio il continuo scambio tra persone, per questo non ci sono aneddoti specifici ma tanti bei ricordi. Le cose più belle nascono soprattutto da persone da cui non te lo saresti mai aspettato!

Ci può raccontare quello che per lei è stato il risultato personale di maggior successo raggiunto?

Il miglior risultato raggiunto è anche l’ultimo in ordine temporale, a dicembre 2019 abbiamo organizzato un evento formativo aziendale dove siamo riusciti a coinvolgere 350 persone appartenenti a 2 sedi dell’azienda (Italia e Francia). L’evento aveva lo scopo di condividere i valori aziendali ed è stato davvero molto bello vedere persone di diversi livelli, dallo stagista appena arrivato al dirigente in azienda da 3 anni, lavorare assieme per raggiungere il risultato finale. E’ stato un momento di condivisione e coesione molto importante per una realtà come la nostra nata circa 3 anni fa e cresciuta in maniera importante.

Ci sono molti giovani che si stanno avvicinando a questa professione o l’hanno appena intrapresa, si sente di dar loro qualche consiglio affinché possano affrontarla al meglio?

E’ un lavoro che, per nostra fortuna, ha sempre più un ruolo centrale nella vita delle organizzazioni, io penso che per svolgerlo al meglio debbano esserci 2 elementi, uno innato in quanto non tutti sono portati per svolgere questa professione (ciò non significa non siano buone risorse ma magari non costituiscono un plus per l’azienda) e un secondo elemento invece è la passione, ciò che fai deve piacerti altrimenti non potrai mai portare un vantaggio alla tua realtà.

La passione aiuta a superare dei momenti difficili e soprattutto a mettersi in gioco sempre scoprendo cose nuove da poter poi implementare giorno per giorno.

Se Mattia Pradegan potesse esprimere un desiderio per i prossimi 5 anni quale sarebbe?

Il ruolo che ho mi piace molto ma l’obiettivo per i prossimi 5 anni è allargare le mie competenze in altri ambiti in modo da aver una visione a 360° anche di altri aspetti aziendali.

Mattia Pradegan
Mattia Pradegan HR Business Partner Thelios Spa

 Mattia Pradegan, attualmente HR Business Partner in Thélios S.p.A. LVMH Group.

Percorso di studi: Diploma Istituto Tecnico-Professionale T. Catullo di Belluno. successivamente Laurea in scienze della formazione e dell’educazione curricula “Formazione e Sviluppo Risorse Umane” all’università di Padova.

Ha 2 grandi passioni, la musica e l’automobilismo che pratica in maniera amatoriale.