Barbara Calneggia: cacciatrice di talenti

Per la nostra rubrica The Question Corner questa volta abbiamo giocato in casa. Barbara Calneggia, co-fondatrice di Talent’s Angels, ci ha raccontato come è approdata al mondo delle Risorse Umane, delineando un profilo professionale molto richiesto, quello dell’Head Hunter, sempre alla ricerca dei migliori talenti. Infine ha regalato dei consigli preziosi sia per i candidati […]

Barbara Calneggia: cacciatrice di talenti

Per la nostra rubrica The Question Corner questa volta abbiamo giocato in casa. Barbara Calneggia, co-fondatrice di Talent’s Angels, ci ha raccontato come è approdata al mondo delle Risorse Umane, delineando un profilo professionale molto richiesto, quello dell’Head Hunter, sempre alla ricerca dei migliori talenti. Infine ha regalato dei consigli preziosi sia per i candidati che per chi vuole intraprendere questa professione.

Iniziamo con una breve presentazione: raccontaci un po’ di te.

Non mi piace parlare di me in maniera tradizionale, esponendo a voce il mio CV: data e luogo di nascita, indirizzo, scolarità ecc. Preferisco di gran lunga dipingere un’immagine complessiva del mio presente professionale. Lavoro nelle Risorse Umane oramai da diverso tempo non come cacciatrice di teste, ma forse più poeticamente, come cacciatrice di talenti. Sono una persona in continuo divenire che divora il proprio lavoro con passione insaziabile ed ancora oggi, dopo tanti anni, con enorme divertimento. Non sono affatto convenzionale, mi piace dire che vado sempre in direzione ostinata e contraria, conservando però l’attitudine professionale sempre precisa, organizzata e determinata. Sono aperta, empatica, flessibile ed estremamente disponibile. Non saprei esattamente come riassumere la mia personalità, però mi piace pensare che la metafora con cui una volta un cliente mi ha descritto – un vulcano dormiente pronto a eruttare – non sia interamente una esagerazione.

Come ti sei avvicinata al mondo delle Risorse Umane?

Mi sono avvicinata a questo mondo assolutamente per caso. Nel 2002 una delle mie attuali Socie, responsabile di filiale in una grande società di Somministrazione del personale mi propose di entrare come addetta alla selezione in occasione dell’apertura di una nuova filiale. Accettai senza pensarci troppo, conoscevo molto poco questo settore, la mia decisione fu presa di pancia in una manciata di secondi e poco dopo sarebbe iniziata quella che definisco la migliore avventura della mia vita. Mi si aprì un mondo, quello delle Risorse Umane, e per me si trattò di un vero e proprio colpo di fulmine.

Cosa ti piace di più del tuo lavoro?

Senza dubbio quello che amo di più del mio lavoro sono le relazioni. Ho un’innata propensione a instaurare ottimi rapporti interpersonali con quelli che sono i miei referenti aziendali.

Hai voglia di confessarci anche quello che ti piace di meno?

Non ho dubbi su quello che non mi piace affrontare nell’esercitare la mia professione. Non ho un buon rapporto con i numeri e tutto quello che li riguarda mi infastidisce parecchio. Di conseguenza non mi piace la parte amministrativa di questo lavoro. Per fortuna c’è chi se ne occupa in modo puntuale e corretto.

Come si svolge la giornata tipo di un Head Hunter?

In realtà non ho una giornata tipo; le mie giornate lavorative sono sempre molto dinamiche e diversificate e spesso devo far fronte a priorità che nascono in corsa. Generalmente le mie giornate si articolano tra incontri con i candidati selezionati e ricerca attiva. Talvolta possono capitare visite programmate presso clienti o giornate di assessment in Azienda. Di certo non mi annoio, e il tempo che passa scivola via senza che me ne accorga.

Come si diventa Head Hunter e quali competenze sono richieste?

Per diventare un Head Hunter occorre principalmente volerlo diventare. In genere la tipologia di studio non riveste una grossa importanza, anche se un percorso umanistico o una laurea in Psicologia possono dare una buona spinta per arrivare alla meta. Relativamente alle competenze trasversali sono importanti la tenacia, la determinazione, la propensione ai rapporti interpersonali e la volontà di non arrendersi di fronte alla prima difficoltà, ma andare avanti per arrivare all’obiettivo .

Come è cambiato il tuo lavoro con i nuovi sviluppi tecnologici e i social networks? Hanno semplificato le ricerche?

In quasi vent’anni di attività lo sviluppo tecnologico ha rivoluzionato i nostri tempi e le nostre attività migliorandole e semplificandole in maniera importante. Penso, per citare un esempio su tutti, all’uso delle piattaforme che ci permettono di incontrare aziende e candidati velocizzando molto i tempi di selezione e fanno sì che il servizio offerto ai nostri clienti faccia risparmiare del tempo prezioso e sia più puntuale ed efficace. Relativamente ai social networks e alla loro enorme eco, abbiamo la possibilità di farci conoscere da una vasta platea e di raggiungere più persone contemporaneamente. Direi una bella opportunità che non si può non cogliere.

A proposito di social networks, quanto ritieni che sia importante la presenza online dei candidati?

In parte ho già risposto. Per il nostro lavoro è fondamentale la presenza online dei candidati. Sono raggiungibili facilmente anche in orari in cui difficilmente si potrebbero incontrare di persona. Questo velocizza di molto il nostro lavoro e ci permette di offrire un miglior servizio ai nostri clienti.

Qual è la domanda meno convenzionale che hai posto ad un colloquio?

In genere i colloqui si svolgono all’insegna della massima professionalità e le domande sono strettamente inerenti alla posizione per la quale si incontra un candidato. A volte però, con candidati particolarmente simpatici e socievoli, il discorso può scivolare su temi non strettamente legati all’ambito lavorativo. Non ricordo una domanda particolarmente non convenzionale, ricordo però alcuni scambi di battute scherzose o qualche divagazione su aspetti familiari più personali. Mi viene in mente un episodio divertente ma imbarazzante in cui, a fine giornata, particolarmente stanca, durante un colloquio ho scambiato un candidato per un altro ed ho parlato per dieci minuti di una posizione che non era quella per cui si era proposto. La parte più simpatica ed esilarante però è che il candidato non si è accorto di nulla. Ci siamo poi chiariti e fatta una bella risata!

Che consiglio daresti a chi vuole intraprendere questo percorso?

Mi sentirei di consigliar loro di perseguire questo scopo con tenacia e determinazione non facendosi spaventare da eventuali ostacoli che potrebbero incontrare durante il percorso, sarebbe già un bel passo avanti. Suggerirei anche di aggiungere a questi ingredienti un pizzico di passione, senza la quale nessun tipo di professione riuscirebbe bene.

Per concludere, che consiglio daresti invece ai tuoi futuri candidati?

Un solo consiglio: rivolgersi ai professionisti del settore con fiducia e se si è realmente motivati al cambiamento; evitare di farlo solo per curiosità o per valutare quanto possa valere sul mercato la propria professionalità.

Chi è Barbara Calneggia

Specializzata in lingue straniere, da sempre ricopre ruoli commerciali. Ha lavorato come Area Manager nel settore dei servizi alle imprese, gestendo figure commerciali e di back office, ma si esprime al meglio nel rapporto diretto con il cliente, la cui soddisfazione è l’unico obiettivo. Dal 2014 è uno degli angeli fondatori di Talent’s Angels.

Linkedin: Barbara Calneggia