Intervista a Cristina Pitussi, HR Manager in Jacuzzi

Questa settimana abbiamo il piacere di ospitare il contributo della Dott.ssa Cristina Pitussi che ricopre il ruolo di HR Manager in Jacuzzi Spa, da diversi decenni leader nel settore idromassaggio, tanto che il nome dell’Azienda è diventato in tutto il mondo sinonimo del suo prodotto. Dottoressa Pitussi ci può raccontare come è approdata alla posizione che […]

Intervista a Cristina Pitussi, HR Manager in Jacuzzi

Questa settimana abbiamo il piacere di ospitare il contributo della Dott.ssa Cristina Pitussi che ricopre il ruolo di HR Manager in Jacuzzi Spa, da diversi decenni leader nel settore idromassaggio, tanto che il nome dell’Azienda è diventato in tutto il mondo sinonimo del suo prodotto.

Dottoressa Pitussi ci può raccontare come è approdata alla posizione che a tutt’oggi ricopre?

Iniziando a conoscere il mondo HR dalla selezione del personale presso le allora neonate agenzie per il lavoro, bellissima esperienza, passando poi all’esperienza in azienda.

Secondo lei,  quali sono gli aspetti determinanti e predominanti della sua professione?

L’onestà intellettuale deve essere il motore per ogni decisione.

A suo parere  l’HR di una grande azienda , quale quella in cui lei opera, quali competenze professionali è indispensabile debba possedere? E’ più importante l’aspetto tecnico o quello psicologico ?

In contesti economici così complicati non possiamo scindere l’aspetto tecnico da quello psicologico, sono parametri indispensabili.

La figura dell’HR sta diventando sempre più incisiva  e preponderante; secondo lei la funzione subirà un’evoluzione e se sì, cosa potrebbe cambiare e come vede il suo ruolo da qui in avanti?

L’evoluzione, se così la possiamo definire, è caratterizzata da una costante necessità di implementazione delle competenze che riguardano sempre più aspetti economici legati ai costi del personale.  Saper analizzare, gestire e a volte, ridurre tale voce di bilancio è ad oggi una necessità nella contrazione di volumi che i mercati stanno subendo. Credo che anche post-crisi questa maggiore attenzione ai costi del personale non cambierà.

Quali sono le sfide che oggi si ritrova ad affrontare chi ricopre un ruolo come il suo?

Il bilanciamento tra i risparmi di costi, la ridefinizione degli organici e la motivazione delle Risorse in un contesto che può sembrare contrastante. Un mix di investimenti e disinvestimenti per la realizzazione di un futuro più solido.

Il nostro paese dopo un  lungo periodo di crisi economica sta pian piano cominciando a dare qualche piccolo segnale di ripresa; pensa che ci siano i presupposti per continuare su questa strada?

Dobbiamo pensare che ci siano i presupposti per continuare su questa strada.

Negli ultimi anni molte Aziende stanno implementando politiche di welfare aziendale molto interessanti, cosa ne pensa? Crede che nel nostro territorio potrebbe essere un modello da copiare?

Le politiche di welfare potrebbero essere la leva motivazionale di cui le aziende hanno bisogno ma credo che ad oggi il welfare lo si vive forse più come un risparmio di costi, purtroppo.

Nella sua carriera professionale ha qualche ricordo di fatti significativi, belli o meno belli, che le hanno lasciato un segno importante?

I rapporti umani sono i fatti che più ti segnano sia in positivo che in negativo e che lasciano un segno e un insegnamento per il futuro. Con le persone si cresce.

Ci può raccontare quello che per lei è stato il risultato personale di maggior successo raggiunto?

Non mi piace parlare di quello che è stato, cerco di spingermi a trovare sempre nuove sfide ed è questo il mio risultato migliore, la continua curiosità.

Ci sono molti giovani che si stanno avvicinando a questa professione o l’hanno appena intrapresa, si sente di dar loro qualche consiglio affinchè possano affrontarla al meglio?

Credo che sia una delle tante professioni che si impara facendo.  Avere a che fare con le persone pone un punto di imprevedibilità molto alta. Forse più che dei bravissimi tecnici o dei bravissimi psicologi il ruolo richiederebbe un buono spirito di sopravvivenza a tutte le miriadi di casistiche che tutti i giorni si possono configurare e alle miriade di diverse umanità che ci troviamo ad affrontare.

Negli ultimi anni abbiamo conosciuto molte, forse troppe riforme del lavoro. Se lei domani fosse chiamata a ricoprire la carica di Ministro del Lavoro in che direzione andrebbe, cosa cambierebbe pensando di essere utile alla collettività?

Non credo che ci sia,  in un contesto così difficile,  un’ unica riforma risolutoria. Credo che importante sia l’unicità di trattamento e, quindi, non nuove normative in aggiunta alle esistenti che hanno come unico risultato l’aumento dell’incertezza.

CRISTINA PITUSSI

Nasce a Udine si laurea in Economia e Commercio nel 2002. Inizia a lavorare in un’agenzia per il lavoro multinazionale poi entra in azienda presso la Terex Comedil Spa. Dal 2012 è HR Manager di Jacuzzi Spa.