Riflettevo su un dato empirico che sempre di più mi salta all’occhio mentre svolgo la mia attività di rectruiter. La stragrande maggioranza delle posizioni su cui i clienti mi chiedono di lavorare sono destinate a persone che più o meno ricadono nella fascia 32 – 42 anni. Io lo chiamo il decennio magico. Fuori e […]
Riflettevo su un dato empirico che sempre di più mi salta all’occhio mentre svolgo la mia attività di rectruiter. La stragrande maggioranza delle posizioni su cui i clienti mi chiedono di lavorare sono destinate a persone che più o meno ricadono nella fascia 32 – 42 anni. Io lo chiamo il decennio magico.
Fuori e dentro al decennio magico
Se sei all’interno di questo favoloso intervallo di tempo per te le opportunità fioccano che è un piacere, il tuo potere contrattuale è elevato, i recruiter ti rincorrono, le aziende ti fanno ponti d’oro. Se sei fuori inizia a preoccuparti! Se sei molto più giovane preparati ad una lotta durissima per trovare il tuo posto nel mondo del lavoro, preparati ad accettare uno o più stage, cerca di maturare esperienza in aziende di grandi dimensioni e tieni duro, arriverà il tuo momento! Se superi i 40 anni alza le antenne! Sei all’apice della tua carriera, probabilmente è il momento migliore per valutare un cambiamento, per ottenere un significativo miglioramento retributivo, qualche benefit, che non va mai male; stai attento a scegliere bene la tua prossima azienda perchè se sbagli non avrai facilmente altre chance! Se sei intorno ai 50 anni ed hai un buon lavoro tienitelo strettissimo, sei un uomo fortunato! Se invece, per tua sfortuna, stai cercando di ricollocarti armati di grande pazienza, cura il tuo aspetto e cerca di sembrare giovanile. Sii grintoso ma modesto nelle tue richieste, incrocia le dita, dai ce la puoi fare!
Come tutti sappiamo non è possibile escludere da una selezione un candidato con la motivazione dell’età, risulterebbe discriminatorio ed infatti, nella descrizione delle posizioni che vengono fornite quando ci viene affidato un incarico non è prevista nessuna informazione sull’età e nemmeno nessuno si è mai sognato di dirmi che non considera una candidatura perchè troppo vecchia o troppo giovane. E’ indubbio però che l’interesse delle aziende si concentra su profili che normalmente vengono così descritti “il candidato ideale è un laureato con 5-10 anni di esperienza, dinamico orientato al risultato..ecc” questo vuol dire che l’immagine mentale che il cliente ha della persona che sta cercando corrisponde ad un giovane nel fiore degli anni in quella fascia di età che si presume sia il periodo in cui una persone dà il meglio di sè professionalmente.
La cosa curiosa è questo paradosso vale più o meno per tutte le figure professionali, dall’operativo al manager e solo per pochi ruoli si estende la ricerca a persone con più esperienza lavorativa e quindi età anagrafica maggiore.
Mi sono chiesta molte volte, anche spinta dall’incontro con persone che fanno fatica a ricollocarsi o a cambiare lavoro proprio perchè sono fuori dalla fascia d’età magica, se questa scelta (che magari non è neanche una scelta consapevole, forse un’abitudine o chissà che meccanismo perverso) sia davvero la migliore soluzione per le aziende per accaparrarsi le migliori candidature.
Non ho una risposta certa ovviamente, anche perchè chissà quali analisi servirebbero per poter valutare veramente questo fatto, ma di una cosa sono piuttosto convinta: applicando rigidamente questo criterio nel disegnare le job description si perdono sicuramente delle opportunità. Io penso che un candidato vada sempre valutato nel merito, ed è anche per questo che spesso si affida all’esterno la selezione ad un professionista, e non valutato sulla carta in base agli anni di esperienza ecc.. Certo che alcuni paletti devi metterli altrimenti brancoleresti nel buio e cercheresti l’ago nel pagliaio ma dare per scontato che ad una determinata popolazione corrisponda necessariamente una qualità secondo me è un’equazione difficilmente dimostrabile.
Vediamo quindi le motivazioni principali (io mi prendo la libertà di chiamarle scuse) che spingono le aziende ad orientarsi verso persone all’interno del decennio magico.
Le 5 scuse per non assumere un over 42
#1 Il suo capo è più giovane. Ok e allora???? Questa mi sembra una visione davvero rigida della leadership, se sei più giovane di me allora sono capace di gestirti, se sei più vecchio no! Mi vi pare? Se questo è il pensiero allora forse val la pena far qualche considerazione sulla persona che hai messo al fare il capo, o no??
#2 Costa troppo. Ma chi lo dice? Spesso viene dato per scontato che la retribuzione debba crescere con l’età o con la mera esperienza. Mi sembra una mentalità un po’ da scatto di anzianità, legata a vecchi retaggi. Vi assicuro che incontro decine e decine di persone over 45 veramente in gamba che non hanno pretese stratosferiche.
#3 A noi serve gente dinamica. Certo! A tutti serve gente dinamica, il problema è come la valuti una persona dinamica in base all’età? Posso testimoniare che ho incontrato giovani letteralmente addormentati e vecchietti sulla cui produttività ed efficacia sarei disposta a scommettere! Forse è proprio il caso di non generalizzare! 🙂
#4 Il gruppo è formato da giovani oppure la nostra è un’azienda giovane. E questo cosa vuol dire? Che conseguenze dovrei trarne? Mi fa piacere che il gruppo/azienda sia giovane, lo ero anch’io una volta ed ora però non lo sono più e che fai? Li iberni tutti perchè restino giovani? Assumi ogni anno persone con un anno in più per mantenre la media?
# 5 Noi dobbiamo investire nel lungo periodo. Questa è la scusa che mi lascia più interdetta. Nella fascia di età compresa nel decennio magico le persone vedo che cambiano azienda più o meno ogni 3/4 anni perchè sanno che il modo migliore per crescere è quello di spostarsi capitalizzando al massimo la propria esperienza. Quindi l’investimento che puoi fare se ti va bene è su 5 anni mentre paradossalmente più sali con l’età più la persona ho visto che tende a fidelizzarsi all’azienda Quindi?
Le 3 scuse per non assumere un under 32
# 1 Non ha abbastanza esperienza. In effetti gli manca giusto quel filino di esperienza che ti evita di spendere una fortuna! Che sarà mai! Possibile che per qualsiasi mansione le aziende ti dicano che come minimi per imparare il lavoro servono 1 o 2 anni? ma abbiamo bisogno solo di scienziati della NASA? (poi chissà quanti anni hanno le persone che assumono alla NASA….)
# 2 Dopo che lo ho formato se ne va ed io ci avrò rimesso. Eh già questo può essere, in effetti, tanto più quanto la risorsa sarà vicina al mitico decennio magico! Magari puoi pensare di aumentargli lo stipendio oppure di rendere la tua azienda un posto fantastico in cui lavorare, su un po’ di fantasia!! 🙂
# 3 I colleghi se lo mangiano. Ma dai! Vuoi davvero pensare di avere dei leoni affamati in azienda! Poi un ragionamento così puoi farlo con un figlio (piccolo meglio proteggerlo da brutti incontri!) ma un dipendente? Forza dagli fiducia e sappi che ci sono dei giovani davvero tosti in giro!
Una domanda per riflettere
Cosa cambierebbe per le aziende se superassero questo pre-giudizio? E per le persone? E per la società (noi tutti?)
E tu cosa ne pensi su questo argomento? Sei all’interno del decennio magico? Faccelo sapere nei commenti!
Nota dell’autore: in questo articolo ho volutamente estremizzato alcune situazioni che mi è capito di verificare personalmente o che sono state condivise con me da colleghi per stimolare la discussione su un tema reale e di grande impatto sulla vita di molte persone.