Parlando di sviluppo personale, abbiamo il piacere di “ospitare” su questo blog un pezzo scritto da Vittorio Balbi, ingegnere esperto nel settore TELCO, Coach professionista, formatore e Trainer Coach. In questo articolo, sono riassunti i concetti fondamentali per comprendere in modo semplice e rigoroso cos’è il Coaching. Il Coaching raccontato da Vittorio Balbi Occuparsi di Coaching […]
Parlando di sviluppo personale, abbiamo il piacere di “ospitare” su questo blog un pezzo scritto da Vittorio Balbi, ingegnere esperto nel settore TELCO, Coach professionista, formatore e Trainer Coach.
In questo articolo, sono riassunti i concetti fondamentali per comprendere in modo semplice e rigoroso cos’è il Coaching.
Il Coaching raccontato da Vittorio Balbi
Occuparsi di Coaching a livello professionale offre la possibilità di confrontarsi sul “sentire” diffuso tra i neofiti ed i non addetti ai lavori rispetto a questa professione.
L’elemento che ancora oggi, dopo circa 10 anni di attività professionale, sorprende riscontrare è che la più parte delle persone immagina il Coach come una persona molto direttiva. Per fortuna non solo il Coach non è direttivo ma anzi è vero l’esatto contrario.
Forse serve allora fare il punto e ripercorrere il percorso che ogni Coach compie “prima di cominciare”.
Il Prima del Coaching
La premessa fondamentale del Coaching è che “ciascuno è già capace di raggiungere i propri obiettivi”.
Ragionando in modo critico su questa affermazione si possono svolgere alcune interessanti considerazioni.
Io come Coach ci credo autenticamente fino in fondo a questa verità?
Se la risposta a questa domanda fosse “SI”, ne conseguirebbe che “ogni elemento esterno alla coppia [Persona, Obiettivo] corre il rischio di interferire con il raggiungimento dell’obiettivo”
In primis il Coach stesso! Con il suo pensare, il suo dire, il suo immaginare, il suo suggerire, il suo interpretare.
Bene: allora non è del Coaching pensare, dire, immaginare, suggerire, interpretare.
È Vietato!
Se foste animati dall’idea che ciò che ho affermato è umanamente impossibile, non sareste completamente nel torto.
Quindi servirebbe chiedere a chi Coach è, COME riesce in questa impresa!
Ma questa è un’altra storia che racconteremo in un altro momento.
Altro Mito diffuso è che il Coach debba essere “esperto” del dominio in cui si definisce l’obiettivo del suo Cliente.
Quand’anche lo fosse (e qui si potrebbe accennare al Mentoring) non gli sarebbe di grande aiuto in quanto al Coach è vietato “dire”.
Ma resta il fatto che il Cliente viene dal Coach per raggiungere un Obiettivo che fino a quel momento non è riuscito a raggiungere.
Bene: è arrivato il momento di fare il punto.
La Relazione di Coaching si tesse tra:
- un Cliente (Coachee nel gergo tecnico) che non sa come raggiungere il proprio obiettivo
- un Coach a cui è vietato dire” e che in genere non è esperto del dominio in cui si definisce l’obiettivo del suo Cliente
in un’immagine: due ciechi che si accompagnano verso la meta!
Gli Strumenti del Coaching
Ma allora se al povero Coach è vietato dire, come si fa a lavorare?
Quali strumenti nella sua “borsa dei ferri”?
L’insieme degli elementi che costituiscono la strumentazione tecnica del bravo Coach sono invero pochini.
Essi sono infatti tre:
- Le Domande
- Il Feedback
- Il TASK
Il Coach può, nel suo “dire” porre Domande. Domande alle quali il Coachee può non rispondere.
Il Coach può “restituire un Feedback”; il Feedback tecnicamente è definito come “un comportamento agito che sarebbe stato ripreso da una telecamera con microfono”
Il Coach può concordare (non assegnare!) delle attività utili per mantenere alta la focalizzazione e la concentrazione del Coachee sul raggiungimento dell’obiettivo tra una sessione e la successiva: queste attività si definiscono TASK.
Fine.
Queste sono le tre cose che il Coach può fare. E i Coach seri anticipano questa spiegazione all’inizio del rapporto per consentire al Coachee di monitorarne l’andamento e la eventuale violazione.
Tutto alla luce del Sole! Niente di nascosto. Un rapporto alla pari. Infatti nel Coaching il Coachee viene anche definito “Partner”.
Gli Obiettivi del Coaching
Il Cliente che decide di utilizzare un servizio professionale di Coaching ha un “suo” proprio obiettivo.
Esistono vari modi per trattare in modo “scientifico” questo argomento e la letteratura è piena di citazioni e definizioni dotte, acronimi mnemonici e chi più ne ha più ne metta.
Il Coach ha i “suoi” propri obiettivi. I quali, ovviamente, NON sono quelli del suo Cliente: non c’è confusione nei ruoli!
Gli Obiettivi del Coach sono due e tecnicamente si definiscono “I due Meta Obiettivi del Coaching”
Il Coach ha l’obiettivo di aumentare:
- Consapevolezza: ciò che conosco di me nel senso più ampio che possiate immaginare
- Commitment: vocabolo di gergo che indica ad un tempo Volontà (Io Voglio), Responsabilità (Dipende da me), Azione (Io Faccio)
del proprio Partner.
Il Come del Coaching
Al Coach pertanto non viene chiesto di possedere tecniche, il Coaching essendo una professione di “processo” e mai di contenuto
Al Coach viene richiesto di “abitare competenze” in un approccio “a Zero Ego” (EgoLess)
In un’immagine: due persone unite in una danza, essendo il Coach la figura femminile, quella che segue, mai quella che guida, indirizza, sceglie, decide
Per approfondire le modalità serve seguire un Master Professionale ma ciò non è oggetto di questo breve articolo.
Finale
In realtà, ad essere onesti fino in fondo, questo rapporto paritetico tra Professionista e Cliente è di difficile gestione, soprattutto all’inizio del percorso di Coaching. Infatti il Coach ha un grande vantaggio rispetto al proprio Coachee. Egli sa che la persona che entra nel suo studio il primo giorno sarà diversa da quella che uscirà dallo studio con l’obiettivo raggiunto.
E questo è un richiamo profondo al senso di Etica e Responsabilità del Coach
Nota di chiusura
Elementi descritti nell’articolo sono trattati
– nella lezione che viene tenuta agli allievi del Primo Anno del Master di Counseling che CIPA organizza ormai abitualmente presso l’Università di Tor Vergata
– nelle lezioni tenute per il MASTER in Corporate & Life Coaching organizzato da ICTF in partnership con YUCAN
Questo articolo è stato pubblicato originalmente su www.cipacounseling.eu e uscirà anche su https://www.facebook.com/ilcer
Chi è Vittorio Balbi
Ingegnere per scelta e di formazione scientifica, lavoro da più di venti anni nel settore dei Servizi di Consulenza organizzativa in Italia ed all’estero. Svolgo pratica d’aula per circa vent’anni come formatore CONI; l’incontro con il Coaching, quintessenza della formazione, mi spinge a specializzarmi con un Master professionale. Percorro ulteriormente la mia traiettoria formativa diventando progettista MASTER di eventi di formazione adulti con tecniche Outdoor. L’approccio alla comprensione della Realtà, al Cambiamento ed all’Apprendimento basato sulla lezione di Gregory Bateson ha avuto in me il medesimo effetto come Paolo sulla via di Damasco. Da anni ormai ed in tante e differenti situazioni utilizzo tecniche di Coaching sia aziendale quanto personale. L’incontro con i TrainerCoach con i quali ho cofondato ICTf rappresenta un significativo punto di sintesi delle mie ambizioni professionali e di ricerca di senso nelle mie attività quotidiane il cui risultato significa per le persone che incontro professionalmente prospettiva di crescita e speranza per un diverso futuro: e naufragar m’è dolce in questo mare.