La gestione delle emozioni nella ricerca di lavoro: i consigli di una consulente di carriera

La ricerca di lavoro è sfidante e porta con sé anche emozioni negative: ansia e tensione sono normali quando affronti ostacoli o ti senti sotto esame, come durante un colloquio. Quando però le emozioni diventano un ostacolo nel raggiungimento dei tuoi obiettivi professionali o minano la tua serenità durante la ricerca, allora è meglio correre ai ripari. Come? Lo abbiamo chiesto in questa intervista alla nostra consulente di carriera Sara Udeschini.

La gestione delle emozioni nella ricerca di lavoro: i consigli di una consulente di carriera

Parliamo di gestione delle emozioni durante la ricerca di lavoro: frustrazione, ansia e scoraggiamento possono purtroppo compromettere la buona riuscita di un processo di per sé già abbastanza complesso.

D’altronde la ricerca di lavoro è essa stessa un lavoro, perciò va affrontata al meglio per portare a risultati soddisfacenti.

Il giusto atteggiamento fa sicuramente la differenza ma… come si fa a gestire le emozioni negative quando si cerca un nuovo lavoro?

Lo abbiamo chiesto direttamente alla nostra Sara Udeschini, consulente di carriera che affianca i candidati nella definizione e realizzazione del loro percorso professionale.

In qualità di consulente di carriera, quali emozioni pensi siano più comuni tra i candidati che supporti durante la ricerca di lavoro? Come li aiuti a gestirle?

Durante la ricerca di lavoro, le emozioni più comuni che emergono nei miei clienti includono frustrazione, senso di impotenza e, in alcuni casi, rabbia. Molti di loro si trovano a dover affrontare una situazione forzata di ricerca di lavoro, spesso in una fase avanzata della carriera, quando la transizione non è una scelta ma una necessità. Questo può avere un impatto negativo sulla loro autoefficacia e sulla percezione che hanno di sé nel mercato del lavoro.

Inoltre, molti clienti desiderano cambiare carriera, ma si trovano a fronteggiare forti paure legate al cambiamento o a una mancanza di chiarezza su ciò che realmente vogliono. Per aiutarli a gestire queste emozioni, incoraggio un dialogo aperto per esprimere le loro paure e preoccupazioni, lavorando insieme per chiarire obiettivi e aspettative.

Hai notato qualche differenza significativa nelle emozioni provate da diverse fasce di età o background professionali?

Sì, molto: i giovani professionisti tendono a provare una combinazione di entusiasmo e ansia, mentre i professionisti più esperti possono sentirsi sopraffatti dalle aspettative e dal confronto con un mercato del lavoro in continua evoluzione.

Inoltre, per coloro che si trovano a cercare lavoro dopo anni di esperienza, il passaggio da un ruolo di stabilità a uno di incertezza può generare una vulnerabilità ancora più profonda. Questo rende necessario non solo un approccio personalizzato che consideri le esperienze uniche di ciascuno, ma anche assicurarsi che la persona si senta ascoltata e supportata attivamente nel suo percorso di consulenza.

Quali strategie consigli per affrontare il rifiuto e mantenere la motivazione durante il processo di ricerca del lavoro?

Consiglio di mantenere la consapevolezza che il rifiuto è una circostanza transitoria, delimitata a una specifica situazione e non rappresenta una valutazione complessiva delle proprie capacità o del proprio valore professionale. Ogni rifiuto è spesso influenzato da molteplici fattori, come le esigenze specifiche di un’azienda o il contesto del mercato del lavoro, e non deve essere visto come un riflesso delle competenze o delle potenzialità individuali.

Inoltre, incoraggio i miei clienti a praticare l’autoanalisi per identificare cosa li frena e cosa spaventa, affinché possano affrontare questi ostacoli con maggiore determinazione.

Come approcci il tema della consapevolezza emotiva e quanto pensi sia importante nel contesto della ricerca di lavoro?

La consapevolezza emotiva è fondamentale. Inizio ogni percorso con esercizi di auto-riflessione per aiutare ad identificare le emozioni e a riconoscere i propri schemi di pensiero. Questo permette di affrontare il processo di ricerca del lavoro con maggiore autenticità e determinazione.

La consapevolezza delle emozioni non solo facilita la chiarezza sui propri punti di forza, ma consente anche di trasformare le emozioni negative in motivazione per il cambiamento. In un contesto in cui la ricerca del lavoro può essere imposta, avere questa consapevolezza è ancora più cruciale per mantenere l’autoefficacia.

Quali sono i segnali più comuni che un candidato sta lottando emotivamente con la ricerca di lavoro e quali tecniche utilizzi per supportarlo?

I segnali più comuni includono dissonanze tra ciò che la persona esprime di volere e le azioni che mette in atto, come comportamenti contraddittori che possono indicare un conflitto interno.

In questi casi, trovo molto utile utilizzare tecniche di ascolto attivo e riflessione guidata per aiutare ad esplorare le proprie emozioni e a identificare le paure limitanti. Un approccio particolarmente efficace è il role-playing, dove simuliamo colloqui per aiutare i candidati a sentirsi più a loro agio e sicuri in questi momenti di selezione particolarmente sfidanti. Questo non solo aumenta la loro fiducia, ma consente anche di prendere familiarità nell’affrontare situazioni di stress in un ambiente controllato.

Puoi condividere un esempio di un caso in cui la gestione efficace delle emozioni ha portato a un esito positivo nella ricerca di lavoro?

Ricordo un cliente in un momento di grande confusione professionale che, sebbene avesse una posizione significativa, si sentiva svuotato di interesse verso il suo ruolo, arrivando a non sentire più stimoli per il proprio lavoro e a dubitare delle sue competenze. In cerca di una soluzione, era indeciso se intraprendere la consulenza come libera professione perché temeva di non trovare comunque un posto adeguato anche in un nuovo contesto aziendale.

Lavorando insieme, abbiamo intrapreso un percorso di identificazione delle sue competenze e valori, aiutandolo a individuare e superare le sue paure. Questa maggiore consapevolezza gli ha permesso di presentarsi con autenticità durante i successivi colloqui. Ha così ricevuto un’offerta di lavoro da una società che valorizzava il suo background unico, portandolo a un nuovo inserimento gratificante. Decisamente un lieto fine!

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Sara Udeschini

Psicologa con oltre 20 anni di esperienza nelle Risorse Umane, ha lavorato come professionista nella ricerca e selezione in diversi settori aziendali con particolare focus su profili di middle e top management. Oggi è libera professionista e affianca sia privati come consulente di carriera che aziende nei processi di Talent Aquisition e gestione/sviluppo del personale.