Per la nostra rubrica The Question Corner, abbiamo intervistato Sabrina Brescacin, Sustainability Coach in HIDRA SB, che ci ha raccontato del ruolo che ricopre oggi la sostenibilità in ambito aziendale. Ne abbiamo approfittato per parlare della figura del Sustainability Manager, un profilo professionale oggi sempre più richiesto dalle aziende per guidarle all’interno della green economy. […]
Per la nostra rubrica The Question Corner, abbiamo intervistato Sabrina Brescacin, Sustainability Coach in HIDRA SB, che ci ha raccontato del ruolo che ricopre oggi la sostenibilità in ambito aziendale. Ne abbiamo approfittato per parlare della figura del Sustainability Manager, un profilo professionale oggi sempre più richiesto dalle aziende per guidarle all’interno della green economy.
Iniziamo con una breve presentazione: qual è la tua formazione?
Ti racconto un po’ di me: sono Sabrina e ho una laurea umanistica come esperta nei processi formativi che mi ha permesso di entrare nel mondo delle Agenzie di lavoro direttamente il giorno dopo la mia discussione della tesi. Era un periodo particolarmente florido per il mercato del lavoro e le agenzie stavano diventando un valido supporto alle aziende per il reclutamento di figure e soprattutto per gestire i picchi di lavoro.
Come ti sei avvicinata, quindi, all’ambito della sostenibilità aziendale?
Nella vita poi passano dei treni e decidi di salire per acquisire nuove competenze: ecco, il mio passa dopo 5 anni dalla prima esperienza quando mi viene proposto di seguire un’area commerciale per un impianto di rifiuti. Da lì prendo in mano le autorizzazioni ambientali, quindi la parte amministrativa dei rifiuti, i sistemi di gestione e la gestione della formazione in ambito sicurezza nei luoghi di lavoro. Mi formo con percorsi ad hoc a supporto di ciò che mi mancava: insomma, sono passata dall’avere come guida il codice del lavoro – e tutte le sue riforme – a imparare il testo unico ambientale.
Quando però, dopo 12 anni, mi sono fermata ad ascoltare un mio stato di insoddisfazione mi sono chiesta: deve pur esserci un altro modo di vedere i temi ambientali oltre che sottostare a delle norme stringenti che non ti spiegano il motivo per cui le devi applicare? È proprio da questa domanda che è iniziato il mio percorso verso la sostenibilità, ma ancora non sapevo quale termine avrebbe preso. Nel 2018 mi sono quindi iscritta al master di 1° livello in gestione ambientale strategica al dipartimento di ingegneria industriale a Padova.
E il tuo lavoro all’interno di Hidra SB?
Sono parte del Team Hidra SB sin dalla sua nascita, anzi direi che Hidra si è sviluppata proprio a seguito di questo mio nuovo percorso, con la volontà di equilibrare le tre componenti della sostenibilità: profitto, persone e ambiente naturale. Questi erano elementi spesso trattati come scissi, uniti solo in parte o perseguiti solo per rispondere ad un obbligo di legge per fare profitto. Il concetto di sostenibilità dà per scontata la compliance, un “must have” da cui partire per migliorare, e non solo l’obiettivo finale.
La nostra mission infatti è accompagnare le imprese in percorsi di innovazione strategica attraverso i principi della sostenibilità: people, profit, planet.
Quali sono i compiti e le sfide principali di un/a Sustainability Manager?
La figura del Sustainability Manager sviluppa, implementa, monitora e aggiorna il piano strategico di sostenibilità dell’organizzazione nella prospettiva di massimizzare – in ottica strategica di lungo periodo – i benefici materiali e immateriali nonché il dialogo costruttivo con gli shareholder e le diverse categorie di stakeholder dell’organizzazione. Obiettivo generale della posizione è anche assicurarsi che l’organizzazione, adottando processi decisionali eticamente orientati, adotti un business model sostenibile basato su prodotti/servizi con positivi impatti socio-ambientali, e li realizzi attraverso una value chain ugualmente positiva.
Il manager della sostenibilità interviene quindi nelle decisioni strategiche e di programmazione, sulla base delle quali imposta successivamente la sua attività. Di fatto, questa nuova figura ha una grande sfida: guidare l’azienda verso il cambiamento. La sostenibilità come motore di sviluppo delle organizzazioni.
Dobbiamo poi dire che la nascita della professionalità del Sustainability Manager è piuttosto recente e quindi la figura è in continuo divenire, sia per ciò che ne concerne il ruolo che per la formazione. È una nuova professione che ha avuto origine dal ruolo di CSR Manager soprattutto per quelle organizzazioni obbligate a redigere una dichiarazione non finanziaria in ottemperanza al decreto lgs 254/2016. Di recente la prassi UNI/PdR 109.1:2021 (del 3 giugno 2021) ha definito i requisiti relativi all’attività professionale del Sustainability Manager, ossia del professionista che svolge attività di gestione a livello manageriale della sostenibilità in azienda, definendone compiti, conoscenza e abilità.
Come si svolge una sua giornata tipo?
Il Sustainability Manager monitora quotidianamente le attività programmate del piano di sostenibilità. L’obiettivo è raccogliere con periodicità dati dai vari responsabili di funzione per raggiungere gli obiettivi aziendali stabiliti e, infine, raccontarli nel reporting agli stakeholder.
Diffonde quindi internamente, e in maniera costante, la cultura della sostenibilità ad ogni livello.
Come si diventa Sustainability Manager e quali competenze sono richieste?
Per poter svolgere il ruolo di Sustainability Manager le competenze richieste spaziano dal management d’impresa al corportate governace, al business ethic fino a conoscere norme pratiche della sostenibilità ambientale e sociale. È richiesta inoltre grande attenzione anche per le conoscenze relative alla gestione e motivazione delle persone e alle tecniche di comunicazione.
Si tende sempre più a parlare di sostenibilità, anche in ambito aziendale, ma spesso il rischio è che il tema venga ridotto ad una moda, invece che essere considerato un approccio sistemico. A che punto siamo realmente oggi in Italia?
In Italia in effetti oggi c’è molta confusione perché si associa spesso il termine sostenibilità ai soli aspetti ambientali dimenticandosi che un’azione, un processo, un prodotto è sostenibile quando si è in grado di fare una valutazione in termini di miglioramento dei benefici non solo ambientali, ma anche sociali e relazionali. Non bisogna dimenticare, inoltre, che deve essere sostenibile in termini di migliore utilizzo delle mie risorse economiche. Ciò che diventa fondamentale è fare queste valutazioni analizzando prima di tutto il contesto di riferimento e considerando i maggiori rischi di business.
Le aziende stanno cercando questa figura professionale? Possiamo definirlo uno dei lavori del futuro?
Ad oggi le aziende, soprattutto le PMI, che vogliono rivedere il loro modello di business per avvicinarlo al modello sostenibile individuano al loro interno una figura che già ricopre altri ruoli, come HSE, HR o marketing. La risorsa che porterà avanti strategie di sostenibilità è affiancata spesso da consulenti che la guidano e la supportano nell’acquisizione di competenze necessarie.
Possiamo dire però che è un ruolo trasversale a tutte le funzioni, ma con una specifica formazione date le ampie competenze richieste nella conoscenza del business. Questo potrebbe nel tempo richiedere un impegno a tempo pieno facendo nascere quindi la necessità di avere una figura interamente dedicata.
Per concludere, che consiglio daresti a chi vuole intraprendere questo percorso?
Il mio consiglio è sicuramente un percorso formativo che completa la conoscenza nelle tre aree della sostenibilità. I sistemi di gestione, le norme comuni ci aiutano a definire i contenuti dei temi, che si tratti di governance piuttosto che di social o di ambiente.
E infine, come accennavo, il Sustainability Manager ha una grande sfida: quella di facilitare il cambiamento nelle strategie di business e di tessere relazioni per diffondere nelle organizzazioni una nuova cultura organizzativa; pertanto quelle che chiamiamo soft skill, competenze sempre più richieste in altri ruoli, in questo caso diventano elemento base per poterne ricoprire a pieno il ruolo.
Chi è Sabrina Brescacin
Laureata in Scienze dell’Educazione – sviluppo processi formativi, ha poi conseguito un master in Gestione Ambientale Strategica presso l’Università di Padova e uno in CSR presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Ha inoltre frequentato corsi alta formazione in diritto ambientale e gestione rifiuti presso Ciset Venezia.
La sua esperienza spazia dallo sviluppo della rete commerciale per società di servizi HR alla gestione dei rifiuti, degli impianti di riciclo e implementazione di sistemi di gestione ambientale.
È partner di Hidra Srl SB dove è specializzata nella rendicontazione dei temi di impatto Ambientale e della Responsabilità Sociale d’Impresa.