Al lavoro è inevitabile che si scontrino opinioni diverse su come gestire le cose. Tali differenze possono facilmente trasformarsi in un conflitto aperto tra colleghi e Manager e Risorse Umane sono chiamati a mediare. Come gestire i conflitti in modo da impedire che i disaccordi esplodano in ostilità aperte dentro l’azienda? Ne parliamo in questo articolo.
Partiamo da un dato di fatto: le aziende sono fatte di persone. Ed è normale che tra persone che lavorano insieme si creino dei conflitti a causa di opinioni e punti di vista contrastanti. Per questo motivo, la gestione dei conflitti di lavoro è un elemento imprescindibile per aziende ed HR per mantenere un ambiente di lavoro positivo e team coesi.
In questo articolo andiamo ad esplorare le principali cause dei conflitti sul posto di lavoro e, ovviamente, le strategie da mettere in campo per risolverli al meglio.
Costruire VS distruggere
I conflitti, di per sé, non sono sempre negativi. Un gruppo in cui non c’è conflitto, infatti, è un gruppo condannato a restare statico e non orientato al confronto e al cambiamento. In altre parole, non ha possibilità di migliorarsi.
Uno dei fattori che determina l’efficacia di un team non è l’assenza del conflitto in sé, ma il modo in cui viene gestito e risolto.
Se dobbiamo analizzare i tipi di conflitto che esistono, possiamo distinguerne sostanzialmente due:
conflitto costruttivo
quando, anche se le persone si trovano in disaccordo, uniscono le forze per trovare insieme la miglior soluzione al problema. Le diverse opinioni vengono affrontate con un atteggiamento di apertura e in un clima di collaborazione.
conflitto distruttivo
quando le persone adottano un atteggiamento di chiusura e cercano di imporre le proprie opinioni per avere la meglio sugli altri. Non si discute in vista di un obiettivo comune, ma per dimostrare di avere ragione.
Gli effetti dei conflitti non gestiti
Ignorare dinamiche conflittuali distruttive sul posto di lavoro ha effetti molto negativi sulla produttività.
Dinamiche relazionali di questo tipo, infatti, compromettono la serenità dell’ambiente di lavoro: davanti a chi si fa portavoce di atteggiamenti win-lose nelle discussioni, gli altri dipendenti avranno paura di esprimere serenamente la propria opinione per timore di essere aggrediti o derisi.
Col tempo, l’inasprirsi della situazione non farà che generare sentimenti di isolamento e sfiducia nel lavoratore che, non sentendosi parte attiva e ascoltata dell’organizzazione, cercherà nuovi ambienti più favorevoli dove portare il proprio contributo. La qualità delle relazioni sul posto di lavoro ha, infatti, un peso importantissimo nell’employee retention, ne abbiamo parlato in questo articolo: 5 segnali che è ora di cambiare lavoro.
Le cause più comuni di conflitto sul lavoro
Conoscere le cause più comuni che possono sfociare in spiacevoli controversie è un ottimo metodo per riuscire a pervenirle.
Ecco un elenco delle motivazioni più comuni:
Scarsa comunicazione
Una cattiva comunicazione è sempre fonte d’incomprensioni tra lavoratori o tra lavoratori e dirigenti. È importantissimo mantenere i dipendenti informati non solo sulle attività, ma anche le politiche aziendali. La trasparenza è necessaria per mantenere viva la fiducia tra tutte le parti aziendali.
Cattiva distribuzione dei compiti
Se i dipendenti non hanno ben chiaro quali siano i loro compiti e quelli degli altri, è inevitabile scoppino tensioni e malumori: chi si sente sommerso di lavoro, chi si vede chiamato in causa in ambiti di non competenza e chi, invece, si sente ingiustamente escluso nelle decisioni riguardanti il suo ambito… è solo questione di tempo!
Punti di vista diversi
Una delle cause più comuni di conflitto è sicuramente dovuta all’esistenza di punti di vista diversi su una data situazione o questione.
Obiettivi poco chiari
L’azienda deve definire gli obiettivi in modo chiaro, altrimenti i dipendenti si muoveranno per raggiungere obiettivi diversi da quello comune, creando spiacevoli malintesi.
Eccessiva pressione
Scadenze difficili da rispettare e un carico di lavoro eccessivo causa un maggiore stress sui dipendenti che, come possiamo immaginare, reagiranno con maggiore suscettibilità ed irritazione. Il contesto perfetto per causare fraintendimenti e discussioni accese.
Valori personali discordanti
Ogni dipendente è un individuo a sé, con i propri valori personali e convinzioni. La mancata accettazione di tali differenze, se non opportunamente gestita, non farà che portare a disaccordi.
Poche risorse
Può sembrare banale, ma avere poche risorse come computer, spazi per riunioni, auto aziendali o, semplicemente, stampanti e fogli, può essere causa di tensioni e portare i lavoratori a competere per accaparrarsele.
Come risolvere i conflitti
Davanti ai conflitti, far finta di nulla non è assolutamente consigliabile per il benessere aziendale.
A dirigenti, responsabili ed HR spetta, quindi, l’arduo compito di gestirli e risolverli. Non si chiede di evitarli in assoluto (missione abbastanza impossibile!), ma di impedire che diventino distruttivi e, soprattutto, restino orientati su binari costruttivi per mantenere un’atmosfera lavorativa positiva.
Quindi, come gestire correttamente un conflitto? Di seguito ti proponiamo un metodo per gestire al meglio contrasti e divergenze a lavoro:
- individua le parti in contrasto (singoli individui o team);
- definisci due momenti separati dove possano rispettivamente esporre i propri bisogni o punti di vista senza assumere un atteggiamento difensivo;
- raccogli i feedback per avere un quadro chiaro della situazione;
- organizza un meeting di gruppo per chiarire la situazione e individuare una soluzione;
- durante il meeting, guida la discussione tra le parti e prova a elencare una serie di possibili soluzioni;
- valuta insieme le soluzioni più adatte per la risoluzione del conflitto;
- definisci una soluzione condivisa da tutti i partecipanti;
- predisponi un piano di realizzazione della soluzione, se necessario;
- monitora nel periodo successivo l’efficacia della soluzione.
La gestione dei conflitti sul lavoro non è sempre facile. In queste fasi è molto importante predisporsi all’ascolto e mantenere la dovuta imparzialità: favorire l’una o l’altra parte è tutto fuorché professionale. In caso di difficoltà ad assumere un atteggiamento imparziale, prenditi il dovuto tempo per valutare attentamente il problema osservandolo dai punti di vista delle parti coinvolte. Ma attenzione a non esagerare: meglio non aspettare troppo in questi casi.
Ricorda: l’obiettivo non è criticare o punire, bensì prendere consapevolezza degli effetti dei comportamenti negativi per poter migliorare la situazione.
Poniti in modo gentile ma assertivo e, alla fine del confronto, concludi sottolineando l’importanza e il valore della condivisione delle opinioni e sul lavoro di gruppo: tali momenti hanno un impatto decisivo per mantenere alta la motivazione e la collaborazione.